La notte di Lukaku
IL TEMPO (L. PES) - La notte di Romelu. Domani a San Siro il centravanti belga sfida il suo passato e lo fa nel suo momento migliore. Non ci saranno i trentamila fischietti annunciati inizialmente dalla curva dell’Inter per contestare l’ex bomber. La decisione è arrivata ieri sera dal Gos nella riunione prepartita. Il rumore avrebbe messo a rischio il regolare livello acustico per lo svolgimento del match. Insorge la Curva Nord interista che sui social ha mostrato sdegno per la decisione: "Ennesimo abuso: fischietti vietati! 10.000 a Firenze ok due anni fa. La legge non è uguale per tutti". Il riferimento è ai fischietti usati contro Vlahovic in un Fiorentina-Juve del 2022.
Una vigilia che si è caricata enormemente di tensioni con la promessa dell'inferno (che di certo garantiranno i tifosi nonostante il divieto di fischietti) da parte dei nerazzurri e le continue domande poste a Mourinho che ovviamente ha difeso il suo attaccante, l'ultima volta nella conferenza stampa prima dello Slavia: "Non sapevo che Lukaku fosse così importante a Milano. Non lo sapevo, perché quello che Romelu ha fatto a Milano, vincere uno Scudetto, due coppe e una Supercoppa, lo hanno fatto 200 giocatori nella storia dell'Inter. Non sapevo fosse così importante per loro". Una presa di posizione chiara del tecnico giallorosso, che ha fatto riferimento a trasferimenti del passato che hanno suscitato molto meno clamore come Calhanoglu, Cannavaro o Vieri.
La storia di Lukaku fatta, secondo la sponda milanese, di mancate promesse, però sembra diversa da quelle citate da Mou. Quel che è certo è che lo Special One può godersi finalmente i numeri e la leadership di un centravanti tra i primi del mondo. Il suo arrivo in estate aveva acceso l’ambiente ma qualche dubbio sulla sua condizione fisica c’era. Lukaku però ha spazzato via ogni perplessità a suon di gol. Precisamente otto in dieci partite. Dati che gli consentirebbero di sfondare quota trenta in stagione se dovesse confermarsi. Un bomber implacabile che alla Roma mancava da tempo, salvo le eccezioni di Dzeko (39 gol in stagione nel 2017) e Abraham (27 in stagione nel 2021).
Non si ferma mai Romelu che anche nel giovedì di coppa ha giocato quasi novanta minuti (timbrando, ovviamente il cartellino) e ora è pronto a farlo anche da grande ex nello stadio che gli ha regalato uno scudetto da protagonista e lo ha accompagnato nella cavalcata in Champions dello scorso anno.
Una partita importante e fortemente emotiva per Lukaku, ma di un peso enorme anche per la Roma. I giallorossi si giocano tanto contro l'Inter, battuta un anno fa al Meazza. I cinque successi di fila (tre in campionato) con una sola rete subita hanno ridato certezze ad una squadra che deve fare ancora i conti con molteplici assenze dei big. Il ruolino da un mese a questa parte ha portato i giallorossi ad appena tre punti dalla zona Champions League. Una prova di maturità visto il rendimento dei big match negli ultimi anni e un ko già arrivato col Milan alla terza giornata. Un test che arriva nel mezzo di un periodo cruciale che si chiuderà col derby del 12 novembre e vedrà le due sfide europee con lo Slavia (una già vinta) importantissime per il percorso in coppa.
A Milano senza paura, guida Lukaku.