Pinto-Mou: futuro incerto. Dalot dice sì
LEGGO (F. BALZANI) - Un mercato estivo con tante ombre, uno invernale con troppe incertezze e quel rapporto ambiguo con Mourinho. L'intervista di Pinto a Sky rischia di incrinare ulteriormente le già indebolite sicurezze della piazza romanista nei confronti del general manager scelto dai Friedkin che a giugno aveva promesso: "Costruiremo una Roma all'altezza di Mourinho".
Oggi la realtà è ben diversa. A preoccupare non sono tanto le parole inflazionate come "tempo", "progetto" e "sostenibilità" obbligate anche dalla situazione debitoria del club, ma il fatto che Tiago abbia avuto l'esigenza di ribadirle durante la sosta chiamando spesso in causa Mourinho. Il presunto allineamento con José descritto da Pinto cozza con la realtà.
Lo Special One ha ripetuto fino allo sfinimento quanto la rosa della Roma non sia all'altezza e quanto avrebbe bisogno di rinforzi d'esperienza tirando in ballo pure le cessioni di Jesus e Peres e le alternative che le concorrenti italiane (non i top club europei) possono vantare in alcuni ruoli. Pinto non ha accontentato il tecnico su Xhaka, e non è riuscito nemmeno a prendere Anguissa. L'ultimo centrocampista acquistato è datato gennaio 2019 (Villar). Altro buco clamoroso sulla fascia destra dove non esiste un vice Karsdorp. Errori rimediabili sul mercato invernale.
Prende piede la pista Dalot che ha detto sì a Mou, ma lo United chiede l'obbligo di riscatto a 12 milioni e non il diritto a 15 per il terzino. A centrocampo rispunta Herrera in scadenza. Intanto proseguono le manovre dirigenziali. Come nuovo direttore commerciale in pole Serena Salvione del Napoli.