La penna degli Altri 13/08/2019 - 15:26

La scalata. Dall'Atalanta alla Roma scommessa sui giocatori simbolo per sfidare le grandi

LA REPUBBLICA (M. CROSETTI) - Sempre più ampia ma non sempre più competitiva, la classe media del campionato è spesso una terra di nessuno perché di molti, di troppi: quelli che si salvano presto, quelli che presto capiscono che non vinceranno lo scudetto, al massimo la Coppa Italia, quelli che se va di lusso punteranno al predellino della zona ma più realisticamente a un posto in Europa League. In attesa di capire se almeno e si avvicineranno un po' alla (ma e già volano in business, non appartengono alla classe media), sono le altre aspiranti "quasi grandi" a dover dire se dal 24 agosto vivremo un nuovo campionato di sottrazione, chiuso presto perché forse mai aperto, oppure se ci attende un tempo diverso con distanze ridotte e sorprese possibili. In questa terra di mezzo inseriamo le romane, il Milan, l'Atalanta e il Torino. Non ce ne vogliano le altre, ad esempio il prodigioso delle ultime due annate: per essere classe media occorrono più conferme nel tempo, una certa tradizione (l'avrebbe anche la , ma non è più classe media chi ha appena rischiato di retrocedere) e insomma ogni suddivisione in categoria ha qualcosa di arbitrario, di discuti-ile ma da qualcuno bisogna partire. Parliamone.

Lazio, la prova del nove - Per onore di titolo vinto, cioè l'ultima Coppa Italia, cominciamo dalla Lazio. Nove amichevoli estive e nove vittorie, le avversarie erano appena normali ma la squadra di Simone Inzaghi ha il vantaggio di non dover sperimentare quasi nulla. Il gioco funziona, Ciro Immobile è una certezza e intriga l'intesa con Correa, da migliorare rispetto al passato. Il mercato potrebbe portare ancora una punta e un centrale di difesa e chissà qual è il destino di Milinkovic-Savic: la sua eventuale partenza cambierebbe come ovvio le cose. La Lazio, in ogni caso, già esprime una concreta robustezza.

I rebus della Roma - Restiamo a Roma, anche perché il derby della capitale arriverà già alla seconda giornata. I giallorossi sono una delle grandi domande del campionato. Hanno scelto un allenatore al debutto in Italia come Fonseca, ma non certo uno sprovveduto. Al portoghese piacerebbe tanto poter avere ancora al centro dell'attacco, ma è evidente che il bosniaco se ne andrà: contro il è stato il più bravo ma la Sud dovrà dimenticarlo. Meglio allora confidare sulle certezze, come Zaniolo che qualche mese fa sembrava una sicura cessione e invece nel di Fonseca parte sì, ma nel mezzo del campo e non per altri lidi. Anche i nuovi arrivati sono piuttosto forti: Spinazzola, forse il miglior terzino sinistro italiano di prospettiva (abbastanza inspiegabile che la l'abbia ceduto), Mancini prodigioso a Bergamo e Veretout che il suo lo fa sempre. L'incognita è il centravanti: Icardi è una speranza, Higuain non vuole venire o non vorrebbe.

Il collettivo Atalanta - Molto interesse circonda l'Atalanta, in con pieno e scintillante merito. L'estate nerazzurra non sta incantando, troppi errori difensivi (una ben magra figura le quattro reti prese dal Getafe) e un calo di concentrazione che sarebbe grave se indicasse appagamento. La dimensione dell'Atalanta dev'essere ferocemente collettiva, sempre, e Gasperini non manca di ricordarlo a tutti ogni momento. In avanti è arrivato il paffuto Muriel a rinforzare un reparto già notevolissimo, e con l'Atalanta ci si divertirà.

L'attacco Milan - Prova a farlo anche il nuovo Milan abbagliato dall'esordio del giovane portoghese Rafael Leao, possibile compagno d'attacco di Piatek anche se non svanisce la speranza rossonera di arrivare all'argentino Correa, per il quale l'Atletico chiede quasi 60 milioni di euro, tanti. Restano due enigmi da decifrare per comprendere il futuro, cioè Donnarumma e Suso. La cessione anche solo di uno dei due toglierebbe molto al Milan, ma il si svincola tra un anno (vale al momento una cinquantina di milioni sull'unghia) e lo spagnolo è assai appetito, tuttavia pensiamo che venderlo sarebbe un grave errore. Di sicuro, Marco Giampaolo non vorrà sprecare l'occasione, lui è uno degli allenatori più preparati e merita ogni bene.

Il Torino già corre - L'ultima grande tra le medie è il Torino, squadra fisica e tecnica insieme, un prodotto collettivo cresciuto negli anni attorno a qualche giocatore di livello superiore come il gallo Belotti, ma sostenuto da una forza complessiva come nelle stagioni migliori. Per il Toro vale un po' il discorso fatto per la Lazio: per adesso è arrivato solo un nuovo titolare, Lyanco, in una squadra che sa tutto di se stessa e non avrà bisogno di strane alchimie. L'esperto Mazzarri l'ha preparata per i preliminari di Europa League, a un Toro che già corre e segna e probabilmente comincerà il campionato di slancio. Poi, tutto sta a durare: forse il motto della classe media, dove a volte le cose vivono un giorno o poco più.