Da Stekelenburg a Pau Lopez: se la porta è sempre aperta
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Più che una porta, un soffietto. Apri e chiudi, ricordando anche di aver visto difendere i pali giallorossi da ottimi portieri come De Sanctis e Szczesny e da straordinari come Alisson, ma anche no. Comunque ne abbiamo conosciuti tanti. Una decina. Tutti stranieri tranne De Sanctis e Mirante. Il prossimo in arrivo, spagnolo, Pau Lopez, per la cronaca il più pagato nella storia della Roma. Una bella responsabilità. Certo fa strano pensare che i giallorossi, per sostituire il numero uno dei numeri uno, cioè Alisson, abbia speso quasi quaranta dei settanta milioni incassati (e quest'anno ne mancano sempre una settantina della mancata Champions League, ma vale sempre la pena privarsi dei migliori?) per la cessione del brasiliano.
IN PRINCIPIO - Olsen lo scorso anno è costato una decina di milioni ed è finito in panchina (oggi pronto a partire), Pau Lopez tra fisso e bonus (più la rinuncia ai soldi della rivendita di Sanabria) siamo a 25 spesi su una valutazione complessiva del calciatore intorno ai trenta. Gli appassionati ricorderanno pure Maarten Stekelenburg, 37 anni a settembre, la Roma lo pagò 6,325 milioni di euro più bonus. Lui, il primo della saga. Era quotatissimo, veniva da un bel mondiale giocato con l'Olanda, perdendo in finale con la Spagna. Qui a Roma non ha mai convinto: non è stato più lui dopo il tremendo colpo alla testa subito su un'uscita bassa su Lucio, in un Inter-Roma di inizio campionato. Non ha funzionato nè con Luis Enrique il primo anno, né il secondo con Zeman, che addirittura gli preferì lo sconosciuto Mauro Goicoechea, che ricordiamo per la paperona nella partita che ha determinato l'esonero proprio del boemo, Roma-Cagliari.
ESPERIENZA - Addirittura, dopo Zdenek, Aurelio Andreazzoli rimischia le carte: si libera sia di Stek sia di Goicoechea e punta sull'usato sicuro, Lobont, schierato pure nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Ahi! Con Rudi Garcia andiamo quasi alla normalizzazione. Portiere esperto titolare e giovane di belle speranze alle sue spalle: De Sanctis e Skorupski, la coppia. Nel primo ritiro di Rudi, a Riscone di Brunico, ci sono anche Julio Sergio e l'immancabile Lobont. Il secondo anno di Garcia, ancora De Sanctis, reduce da un intervento al gomito, e Skorupski. Il polacco stava crescendo bene ma la Roma ci crede poco e lo gira l'anno dopo all'Empoli, chiamando Szczesny, che non trova spazio all'Arsenal e diventa il primo sia con Garcia sia con Spalletti che ne chiede la conferma pur avendo in rosa Alisson, pagato 8 milioni di euro. Che con Lucio, gioca solo le coppe (Europa League soprattutto e l'andata del preliminare di Champions contro il Porto, 15 presenze in tutto). Il portiere brasiliano - con Wojciech alla Juve - si prende la scena il primo anno di Di Francesco, con Skorupski alle sue spalle. Un'annata talmente convincente che la Roma lo vende al Liverpool, appunto, per settanta milioni. Non bene la successione del brasiliano: male Olsen, comunque affidabile Mirante, che anche quest'anno farà il secondo. A Pau Lopez. E si ricomincia.