La penna degli Altri 19/06/2019 - 14:47

Florenzi e Pastore, due casi. Europa League, oggi si decide

Ripartir e dopo lo tsunami dell’addio di . È questo l’imperativo categorico per la Roma mai così al centro delle polemiche. Ma come fare? Il compito che attende il nuovo allenatore Paulo Fonseca non è semplice. ha espresso il parere di tutti: una squadra non si rafforza vendendo giocatori, ma la Roma dovrà farlo entro il 30 giugno per il Financial Fair Play, che continua a sembrare stringente per la Roma e molto meno per gli altri club. (...) Oltre alle partenze - i nomi sono i soliti: , e Kolarov - ci sono almeno due casi molto spinosi: e Pastore. Sul primo, è stato parco di parole («Non l’ho sentito») quanto è stato prodigo per l’altro romano rimasto in squadra, cioè Lorenzo Pellegrini: «Un ragazzo pulito, che onorerà la maglia». è poco popolare (eufemismo) in e la maggioranza degli ultrà non lo ritiene il giusto erede di e come capitano. ha manifestato un certo interesse: «Flo» sarebbe adatto al suo 3-5-2,così come lo è stato quando era c.t. della Nazionale .A questo punto non è escluso che possa diventare una plusvalenza. Molto più difficile sarà vendere, eventualmente, Javier Pastore. ha detto che non lo riteneva adatto al di («che aveva chiesto 4 0 5 rinforzi e gliene hanno dati zero») ma nessuno gli ha dato retta, mentre aveva consigliato Zyiech. Pastore è legato alla Roma da altri 4 anni di contratto a 4 milioni netti a stagione: un’enormità per un club che vuole ridurre il monte ingaggi. L’argentino ha già detto che non ha intenzione di andarsene, ma la Roma cercherà di fargli cambiare idea. (...) I giallorossi, in questo momento, non sanno nemmeno quale sarà il giorno esatto della ripartenza. Oggi a Nyon ci sarà il sorteggio del secondo turno preliminare di Europa League (25 luglio-1 agosto), quello in cui la Roma dovrebbe entrare in gara. Condizionale obbligato, perché ieri ha ripreso molta forza una voce che potrebbe sconvolgerei l programma del ritiro precampionato. Il nuovo scenario è un compromesso che vedrebbe il Milan rinunciare all’Europa League, attraverso un accordo con la Uefa e non la rinuncia unilaterale, in cambio di una dilazione per raggiungere il pareggio di bilancio

(corsera)