Natale con i tuoi
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Tre punti che sanno di ossigeno e donano un effetto Viagra, per un Natale senza musi lunghi, festeggiato bene dalla famiglia Roma, che spezza il fil noir degli scontri diretti mai vinti mostrando il suo lato B. Finalmente. Se non puoi governare, lotta. Perché la Roma di Mourinho in attacco si è sempre affidata all'estro. Quello di Dybala, dopo che nella prima stagione del triennio aveva dato le chiavi della qualità a Pellegrini. Poi l'arrivo dell'argentino, da assaporare a piccole dosi, per un'esplosione di sapori nei momenti cruciali, fino a Budapest, dove seppur non al meglio, diede sfoggio delle sue arti facendo il gol dell'uno a zero. Poi è andata come è andata.
Pronti via, a Dybala è stato aggiunto Lukaku creando sulla carta la coppia perfetta. Sulla carta. Perché Dybala spesso non c'è. Come Pellegrini, troppe volte assente, dopo un anno, il secondo con Mourinho, caratterizzato da un rendimento troppo al di sotto dei suoi standard. Come fare ad avere la meglio finalmente su una diretta concorrente? Posando il fioretto e sfoderando la sciabola, o il machete. Lottando con costrutto e perseguendo movimenti funzionali. Finalmente. Senza il complesso di inferiorità che troppo spesso ha caratterizzato la Roma nei match contro le rivali nella lotta per la Champions League. Così sia. Out Dybala, in panchina Pellegrini, contro il Napoli la squadra ha giocato indossando la tuta da meccanico, la divisa da soldato semplice, la parannanza da cuoco di una cucina semplice. Umiltà, concretezza, cooperazione. Senza paura. Risultato? Finalmente una prestazione di squadra contro una squadra di livello, seppure in crisi.
Che poi sia stata risolta da un numero di Pellegrini, più che una svolta è stata la conseguenza, perché la Roma anche senza la giocata del suo capitano stava meritando più dei rivali. Contro un Napoli presuntuoso nei suoi principali interpreti, che ha perso definitivamente la memoria rispetto alla scorsa stagione. Una Roma di lotta e di strategia. Senza i fantasmi Smalling e Sanches, senza la stella Dybala, con Pellegrini a mezzo servizio. Avete notato? Se ad altri allenatori mancano un paio di gioielli, in tv, sui social, nelle radio e sui giornali scendono in campo gli eserciti della salvezza, i difensori d'ufficio, i creatori di alibi e attenuanti. "Povero Pioli! Ha pareggiato a Salerno perché si è fatto male Tomori!" "Nessuno tocchi Inzaghi! È costretto a fare riposare una volta Lautaro, un'altra volta Thuram!". "E vogliamo parlare di Sarri che ha Immobile non al meglio??".
Mourinho invece è "costretto" a vincere pure se gli manca mezza squadra, pure se da inizio stagione fa a meno dei pilastri di almeno due reparti. Un'ossessione che corre in punta di inchiostro. Perché un conto è evidenziare i suoi errori, i suoi difetti e il suo modo di fare giocare la squadra, altra cosa è mistificare la realtà, vivere per denigrarlo. La Roma non è neanche quarta, ha un sacco di difetti. Nessuno lo nega. Ci sta, fa parte dell'analisi di chi serenamente valuta e giudica. Se dopo Roma-Napoli la prima cosa che salta in mente è la Roma che provoca in modo osceno fino a causare le "ingiuste" espulsioni del Napoli, allora siamo davanti a un disturbo ossessivo. A quel punto diventa inutile discutere.
In the box - @augustociardi75