José Chris Superstar
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Uno su undici può farcela. Chris Smalling punta a un record prestigioso. Può diventare l'unico calciatore ad avere vinto più trofei europei in squadre allenate da Jose Mourinho. In principio fu il Porto, ma Smalling era poco più che un bambino. Un biennio di platino. Nel 2003-04 il piccolo triplete, in mezzo a campionato nazionale e coppa del Portogallo, la squadra bianco blu piazza il colpo Europa League, vinta ai supplementari contro i Celtic Glasgow.
Il mondo del calcio inizia a capire chi è Jose Mourinho, già collaboratore nel Barcellona di Robson, già un'esperienza breve nel Benfica. All'epoca non c'erano discussioni tra filo risultatisti e malati di giochismo, contavano i risultati, e Mourinho li otteneva, facendo anche giocare bene la sua squadra. Certo, si obietterà, non bene come quelle allenate da Zeman, che all'epoca andava ancora di moda, o le squadre di Bielsa, che aveva da poco vinto un campionato in Argentina (unico titolo da allenatore di club), ma il Porto diventava l'ombelico del mondo, per il suo stratega e per la bontà di calciatori lanciato proprio da Mourinho.
Al punto che un anno dopo arriva il fantastico bis continentale, stavolta in Champions League, a Gelsenkirchen, contro il Monaco, partita senza storia. Europa League e Champions League, un filotto storico, mitologico. Ottenuto grazie a un gruppo di calciatori che nei momenti che contavano erano sempre in campo. Non a caso nella finale contro il Monaco, Mourinho scelse ben 9 calciatori che erano stati titolari l'anno prima nella finale di Siviglia. Vitor Baia, Paulo Ferreira, Ricardo Carvalho, Nuno Valente, Costinha, Maniche, Deco e Darlei. Erano loro la colonna di Mourinho. A cui aggiungere Alenitchev, che da subentrato fu determinante per la prima Champions League targata Setúbal. L'ex mezzala romanista aveva lasciato la maglia da titolare a Pedro Mendes mentre in attacco Nuno Capucho era stato sostituito da Carlos Alberto. Mourinho chiuse la sua esperienza al Porto dove nove giocatori erano stati titolari in entrambe le finali, vincendole.
Sei anni dopo, il triplete con l'Inter. Che in comune col Porto, e successivamente con il Manchester United, giocava la difesa a quattro. Perché quattro coppe su cinque Mourinho le ha vinte con quattro difensori davanti ai portieri Vitor Baia, Julio Sergio e Romero. Dal blocco Porto a Maicon, Lucio, Samuel e Chivu. Titolarissimi al Bernabeu dove l'Inter diventa campione d'Europa battendo il Bayern grazie a una doppietta di Milito. Due ex romanisti, un romanista futuro, un romanista mancato, Lucio. Dettagli. La quarta coppa viene festeggiata alla Friends Arena, in Svezia. Mourinho è l'ultimo ad avere vinto un titolo continentale coi gloriosi Red Devils. Dall'addio di Alex Ferguson, dieci anni fa, otto allenatori. Soltanto uno ha vinto un trofeo internazionale. Nel 2017, battendo due a zero i ragazzini terribili dell'Ajax. Fra i vari Pogba, con Ibrahimovic in stampelle a fare il tifo a bordocampo, con Rashford all'epoca enfant prodige, Darmian già all'epoca utile jolly, spiccano due nomi che a Roma si conoscono molto bene. Mkhitaryan, autore di una delle due reti della vittoria, e Chris Smalling. Già, l'inglese che all'epoca si scriveva avesse un rapporto non proprio a cinque stelle col tecnico portoghese, era in campo a Solna come lo scorso anno a Tirana, nella finale di Conference League. Mkhitaryan, protagonista nel 2017, sfortunato e infortunato lo scorso anno in Albania, a giorni giocherà un'altra finale, con un'altra maglia, il dieci giugno, ancora più prestigiosa. Scelte di vita e di carriera. L'armeno fa parte del plotoncino di calciatori che agli ordini di Mourinho hanno giocato e vinto due finali europee. Come lo zoccolo duro del Porto. Come Smalling. Che può mettere tutti in fila.
Perché se la Roma centrasse il super appuntamento, alla lista si aggungerebbero probabilmente (se giocheranno titolari) Rui Patricio, Mancini, Ibanez, Cristante, Pellegrini, Abraham. Forse anche Zalewski che non sembra sicuro di una maglia dal primo minuto. Loro oltre a Chris Smalling, il cui infortunio contro il Feyenoord non gli impedirà di saltare la terza finale in una squadra allenata da Mourinho. Nessuno come lui. A maggior ragione se la finale dovesse vincerla.
In the box - @augustociardi75