Eriksen, medico Danimarca: "Non abbiamo ancora una spiegazione". Moeller (dir.): "Nessuno ci ha costretti a giocare"
«Non abbiamo ancora una spiegazione sul perché è accaduto tutto questo a Eriksen, in questo momento non so rispondere». Così Morten Boesen, responsabile medico della Danimarca, durante la conferenza stampa organizzata dalla Federazione all'indomani dell'arresto cardiaco in campo Eriksen. «Posso dire che ci sono stati quattro psicologi nell'hotel con la squadra per tutta la notte. Abbiamo fatto dei gruppi di aiuto, tutti hanno potuto esprimere i propri sentimenti. Questa mattina questi professionisti sono tornati in albergo, i giocatori hanno potuto beneficiare di un aiuto medico: apprezziamo molto l'aiuto arrivato da fuori». «Christian se n'era andato, praticamente era morto... Era in arresto cardiaco. Non so come abbiamo fatto a rimetterlo al mondo, è successo tutto in maniera così veloce. Io non sono un cardiologo, non posso scendere nei dettagli, per quello ci sono gli specialisti, esperti della materia», ha aggiunto Morten Boesen.
«Domani proveremo a ritrovarci, non è facile, perché i giocatori hanno sofferto un forte choc, hanno patito lo stress. Forse per qualcuno è ancora troppo presto per riprendersi: questo evento, però, ci deve far unire per le prossime partite. Penso che ci riusciremo». Lo ha detto, in conferenza stampa, Kasper Hjulmand, ct della Danimarca. «Penso abbiamo sbagliato a mettere i nostri calciatori di fronte alla possibilità di proseguire la partita o di fermarsi definitivamente. Erano in condizioni di forte stress, non erano a conoscenza delle condizioni del compagno - aggiunge -. Ho la sensazione che non avremmo dovuto giocare, ma lo penso adesso. Era difficile prendere una decisione in quel momento. Sono orgoglioso della mia squadra, ieri abbiamo avuto prova di come alla base del calcio vi siano spirito di squadra, solidarietà e amore. Il segnale che è arrivato dal campo e dalle tribune è stato molto forte».
«La squadra non è stata costretta a fare alcunché. È stata una decisione difficile, abbiamo scelto di prenderla e di proseguire la partita. La decisione di proseguire è stata presa dai leader. Nessuno può incolpare i giocatori, non ho sentito alcuna pressione da parte dell'Uefa, tuttavia non sono sicuro che giocare sia stata la cosa più giusta. In futuro dobbiamo vedere, perché amiamo tutti il calcio, ma non è certo la cosa più importante del mondo». Così il dirigente della Federcalcio danese, Peter Moeller, ha parlato in conferenza stampa il giorno dopo il malore a Christian Eriksen.