Altre 22/02/2021 - 22:05

Totti: «Se Friedkin chiama per un ruolo decisionale, io ci sono. Ho parlato con Tiago Pinto»

TWITCH - torna protagonista. L'ex capitano della Roma è l'ospite di Bobo Tv, il programma di Christian Vieri sul popolare social network. L'ex numero 10 interviene nel videoforum che vede protagonista anche Antonio Cassano, Daniele Adani e Nicola Ventola. 

L'esordio è proprio il rapporto con Cassano: "Se mi avesse ascoltato un minimo sarebbe rimasto a Roma altri venti anni. Era giovane e si è fatto abbindolare. Con Cassano ho vissuto i momenti più belli della mia carriera, questo lo ripeterò sempre. Non ne ho visti passare tanti come lui. Dormiva a casa mia, eravamo due fratelli. Quando litigavamo, lui non mi parlava più. Dopo aver litigato per il rinnovo è andato via e non abbiamo più parlato. Era una bomba a mano Antonio. Appena apriva bocca poteva succedere qualsiasi cosa. Mi svegliavo con l’ansia, ma ti faceva respirare positività.

Risponde proprio il diretto interessato: “Il mio partner preferito è sempre stato . Io capivo le sue scelte in anticipo, mi piaceva fraseggiare con lui da vicino. Agli altri dicevo “correte e non rompete le palle”. Litigavo con tutti, ero sotto la sua ala protettiva e potevo fare come mi pareva. Era il mio idolo, quando ho avuto l’opportunità ho scelto la Roma per giocare con lui. Sua mamma e suo papà erano due genitori aggiunti per me. Io sono andato all’Europeo del 2004 grazie a Francesco, che ci ha messo la faccia per me con Trapattoni. Il mio rinnovo con la Roma? Avevo un accordo con Franco Sensi, poi è stato poco bene e ha preso in mano la situazione Rosella. Montella ha rinnovato prima di me, mi sono arrabbiato e me la sono presa anche con . “Mi avete rubato i soldi, mi avete truffato” gli ho detto. Poi sono andato via e con Francesco non ci ho più parlato. Ne ho combinate tante, ma mi sono divertito tanto. Abbiamo buttato via due scudetti. Io ho vinto solo una Supercoppa. Vincere a Roma ti fa rimanere nella storia in eterno.

"Non so se fossimo più forti l’anno dello scudetto o quello dopo, quando è arrivato Cassano - prosegue -  Eravamo completi in tutto, era impossibile non vincere. Una volta però era tutto un altro campionato. Dovunque andavi, trovavi almeno tre o quattro giocatori di livello. Ormai ci si basa solo sulla forza fisica"

Poi sulla serie Tv: "Mi emoziona rivivere quello che ho passato. Gli attori che fanno Cassano e sono identici. Sono grandi attori, è venuta bene. Saranno sei puntate da 50 minuti ciascuno". E il suo lavoro da scout: Ne ho trovati quattro o cinque davvero forti. Quando sono occupati giro al largo. Coccolo è davvero bravo. Le accuse? Faccio tutto nella norma. Ho fatto questa scelta e la porterò fino in fondo. Io ho vissuto sempre in questo mondo, so quello che posso dare. Poi posso anche sbagliare. Io sarei rimasto per sempre alla Roma, poi sono successe cose inaspettate. Mi hanno praticamente messo al muro e costretto a cambiare.
Una delle domande che gli viene posta è su un possibile incarico nella Roma dei Friedkin:
"Non è ancora successo. Se dovesse succedere, mi metterei seduto e ne parlerei. Ora però voglio portare avanti questo lavoro, ho messo su una grande squadra e non posso lasciarli in mezzo a una squadra. Se continueranno a mettermi i bastoni tra le ruote poi magari penserò ad altro. Certo, pur di non andare via dalla Roma mi sarei ammazzato. Mi sarebbe piaciuto fare il direttore tecnico. Non avere potere su tutto, ma un potere decisionale sui giocatori sì. Avrei potuto dare di più rispetto ad altri dirigenti, ma non ero mai coinvolto nelle scelte"

"Tifo sempre per la Roma. Ora facendo questo lavoro, spero di aiutare la Roma portando giocatori forti - prosegue. Provo ad aiutare da fuori. A Trigoria non entro, resto sul piazzale. Quando vado a portare Cristian per gli allenamenti escono tutti a salutarmi.Sono tutti stranieri, la proprietà, il gm e l’allenatore. Serve uno che conosca l’ambiente, questo è quello che manca alla Roma. Se un giorno avessi un club chiamerei tutti gli ex calciatori, chi meglio di loro può gestore una squadra? Per esempio Rui Costa al Benfica, sta facendo grandi cose, ne ho parlato con Tiago Pinto, lui al Benfica faceva il secondo... Nelle società dove ci sono personaggi che capiscono meno di calcio, questi poi vogliono fare le prime donne. Io suggerivo giocatori per il bene della Roma, non volevo neanche che uscisse il mio nome. Dicevo “dì che l’hai preso tu, non mi interessa”. In una società se c’è gente di campo è tutto più semplice, ci si capisce al volo.".